“Cronache di un mondo in movimento” di Anna Badkhen
Dalla Great Rift Valley in Etiopia, il luogo d’origine dell’umanità presente, dove 160.000 anni fa si ebbe la prima grande dispersione, alle attuali zone di guerra, dalle metropoli occidentali segnate da violenza e razzismo alle terre devastate dalle catastrofi climatiche e dalle carestie, Cronache di un mondo in movimento di Anna Badkhen illumina il deserto della nostra condizione attuale, in cui ci sentiamo frammentati, confusi dalla vicinanza con l’Altro sconosciuto e inaspettato, e mostra, insieme, come nel mondo nuovo che avanza alle spese del vecchio vi siano già i semi di una ritrovata umanità futura.
«Che cos’è un luogo? Un ricordo della nostra presenza, un ricordo della nostra assenza. Una separazione li divide. A volte prende la forma di una montagna di sabbia che inghiotte un villaggio. A volte è un viaggio, un’egira, un Hajj. A cosa serve un viaggio? A ricordare, a dimenticare.»
«Non vi è forse cronista della nostra condizione collettiva più stupefacente e sensibile di Anna Badkhen. Una scrittrice il cui lavoro è al tempo stesso di urgente attualità, profondo e bello.» – Imani Perry
«Abbiamo piantato bandiere e disegnato mappe, ma − come Badkhen dimostra brillantemente − le sfide del XXI secolo (clima, economia, epidemie) potrebbero costringerci a riconsiderare le nostre conclusioni.» – Tope Folarin, Vulture
«Badkhen si tiene in equilibrio sul precipizio che divide la paura dalla speranza, riscoprendo la saggezza che si trova nelle sabbie mutevoli del Sahara e nelle leggiadre danze degli uccelli.» – Jori Lewis, Orion
«Un libro di inoppugnabile verità.» – Leila Fadel, NPR
Viviamo in un’epoca in cui una persona su sette ha lasciato il luogo nel quale è nata, un’epoca in cui, del miliardo di migranti che si calcola vivano sul pianeta, un quarto ha varcato confini segnati non soltanto dalla geografia e dai capricci della geopolitica, ma dai legami di razza, religione, classe e genere che plasmano le comunità umane da tempo immemorabile, spesso in modo fatale. Il sentimento sempre più diffuso in ogni angolo del pianeta è quello di vivere in un mondo del tutto scardinato, in “una mappa di lacerazioni”. “Cronache di un mondo in movimento” è il ritratto della condizione umana in un’epoca simile. Nelle sue pagine, le cause dello sconvolgimento presente – i mutamenti climatici, le guerre, l’oppressione sociale – sono restituite nella loro cruda e drammatica realtà, così come i loro devastanti effetti, innanzitutto la perdita di usi e costumi secolari e la loro esile sopravvivenza nella sfera della memoria. Attraverso undici reportage di grande forza letteraria, Anna Badkhen, tuttavia, non descrive soltanto la disperazione e lo straniamento che “il mondo in movimento” di una migrazione epocale senza precedenti produce, ma anche i legami, le inaspettate fratellanze, le nuove comunità che la “mappa delle lacerazioni” ricompone in nome della comune appartenenza al genere umano.
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