“L’antico amore” di Maurizio de Giovanni

Maurizio de Giovanni ci accompagna dentro tre storie parallele, dove i personaggi si rivelano figli di un solo destino, e sembrano cercarsi e riconoscersi, e infine conoscere noi.

«Dovrei dirvi che quel deliberato ridimensionamento era un omaggio alle poetiche greche e a Callimaco. Potrei dirvi che quel nugae è un dato tecnico, per la brevità dei componimenti e per i metri utilizzati. Dovrei dirvelo, ma non ve lo dirò.»

«Con L’antico amore De Giovanni firma un libro riuscito e ambizioso, capace di spaccare in due il cuore del suo pubblico. Proprio come sanno fare i grandi scrittori.» – Francesco Musolino, Il Messaggero

Ci inseguirà per tutto il tempo del romanzo. È la voce di un poeta latino del primo secolo avanti Cristo. È la voce di un condannato all’amore di una donna che l’ha straziato e continua a straziarlo rinnovando la smagliante ossessione di un desiderio inesausto. A quella voce sembrano rispondere le vicende di un giovane professore consumato dalla vita coniugale infelice, dalla vita accademica disertata dagli studenti, ma costantemente acceso dalla passione dello studio e, un giorno, dalla lama di luce che riverbera, a sorpresa, negli occhi di una studentessa. E poi ecco la quotidianità di Oxana, la devota badante moldava che si prende cura del Vecchio, e di lui, svagato e pensoso, riconosce il vento felice di una ossessione che lo sorprende, come dovesse tutto a un tratto essere lama di luce, un limpido verso latino, e amore, antico amore.

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